Tra le gare più attese del Golden Gala Pietro Mennea di giovedì 6 giugno ci sono i 200 metri: Noah Lyles, Michael Norman e l'azzurro Filippo Tortu i primi nomi annunciati. In questo racconto, la lunga storia dei 200 all'evento romano, ispirati vent'anni prima dall'impresa di Livio Berruti ai Giochi di Roma 1960.
di Giorgio Cimbrico
Il 3 settembre 1960 nessuno aveva ancora inventato l’atletica-spettacolo. L’inconscia intuizione venne da un esile ed elegante studente torinese che su una pista molto diversa da quella del nostro tempo (sei corsie, terra rossa o tennisolite o, in inglese, clay, argilla) concesse un doppio show. Tra pochi giorni Livio Berruti toccherà gli 80 anni. In semifinale doveva correre contro Peter Radford britannico, primo ad approdare a 20.5 (a Wolverhampton, il 28 maggio, sulle 220 yards, ai campionati dello Staffordshire) prima che Stone Johnson e Ray Norton il 2 luglio, in momenti distinti dei Trials di Stanford (batteria e finale), si ponessero allo stesso livello dell’inglese che aveva passato parte dell’infanzia su una sedia a rotelle. Erano appena passate le 15.15 quando Radford diede l’addio alla finale e Livio la conquistò diventando il quarto della storia a toccare quel tempo. “Un po’ incazzato – ricorda lui, quasi sessant’anni dopo – per un paio di ragioni: avevo rallentato e buttato via la chance di finire in 20.4, forse in 20.3 e non sapevo, a poco più di due ore dalla finale, quante energie avessi speso. Quel periodo che mi parve molto lungo lo passai riflettendo, in preda al timore. Al terrore, no”. Raccontano che gli avversari si domandassero cosa faceva quell’italiano che nascondeva lo sguardo dietro lenti scure (“da vista”, precisa): se ne stava lì, senza scaldarsi, senza provare partenze. Troppo sicuro di sé. Snob. “Macché snob”. Ancora 20.5, e meglio con il crono elettrico, 20.62 contro i 20.65 della semi. Di Golden non c’era ancora il Gala, ma d’oro fu la medaglia che gli finì al collo.
Come in un romanzo d’appendice, vent’anni dopo, in un Golden Gala appena concepito dalla mente fervida di Primo Nebiolo, che qualcuno paragonò a Phineas Taylor Barnum (lo slogan era: “i duelli che non avete visto a Mosca”), Pietro Mennea diede inizio, con 20.01, alla vertiginosa serie di galoppate senza le briglie che l’avevano frenato nella curva del Lenin, in una successione di vittorie larghe o larghissime o in condizioni ambientali, come a Bruxelles, da autunno incipiente. “In quel periodo - si rammaricava Carlo Vittori – risalire a Mexico City avrebbe significato un ritocco sostanzioso del 19.72 dell’anno precedente”.
Scorrere le cronache marziane dei 200 al Golden Gala significa imbattersi nella serie magica di Frankie Fredericks che tra il 1991 e il 2002 (una parentesi che per uno sprinter equivale a un’era) centrò sette successi, con due triplette rivestite dal dono della consecutività e un successo finale, il settimo sigillo, con la seconda incursione, per un centesimo, sotto i 20 secondi. Il miglior tempo romano del namibiano è il 19.96 dell’edizione 1996 (allora record del meeting strappato a Mennea), nell’annata che lo avrebbe visto cedere di tre metri a Michael Johnson ai Giochi di Atlanta ma raccogliere l’argento e diventare, al tempo, il secondo della storia in 19.68.
Il record del Golden Gala, 19.86, è datato 2010 e appartiene a Walter Dix che lo scippò a Michael Johnson, 19.93 nel 1999. Dix, nativo della Florida proprio come Noah Lyles, è un decorato olimpico di Pechino, due bronzi, e a Daegu 2011 mise le mani su due secondi posti, il primo nella “Corea” di Usain Bolt, squalificato per falsa partenza. Non alto ma terribilmente solido (1,75x85 dice più di una scheda antropometrica) Walter è ancora seduto al tavolo con i migliori della storia nella distanza che comprende una curva e un rettilineo: quarto, con un formidabile 19.53 che quella sera a Bruxelles (Memorial Van Damme del 2011) non gli diede la vittoria. Yohan Blake detto la Bestia andò a insidiare il 19.19 berlinese di Bolt passando tra le fotocellule in uno stordente 19.26.
Dopo i due successi di Mennea, altri due azzurri hanno centrato il successo nella serata romana: Maurizio Checcucci nel 1994 in una gara tutta italiana e Andrew Howe nel 2011, in un 20.31 che andava a sfiorare il miracoloso 20.28 inventato dal talento di Rieti ai Mondiali juniores di Grosseto 2004. Altri europei ad aver arricchito lo stato di servizio, il britannico John Regis e il greco Lykourgos Tsakonas che quattro anni fa trovò il suo giorno dei giorni: 20.09.
Cronaca di due anni fa, come fosse in diretta: a Pippo Tortu per il momento mancano 20 metri. Per 180 è lì, con quelli che a Rio si sono divisi argento e bronzo, Andre De Grasse canadese, Christophe Lemaitre savoiardo. Uscita dalla curva magistrale, per fiondarsi sul rettilineo non lontano da De Grasse, tener duro, provare a resistere alla fatica e a chi lo incalza sino a cedere di poco a Lemaitre, di un niente all’americano Webb, un tipo da sub-20. I tempi piovono rapidi: 20.01 de Grasse, 20.29 Lemaitre, 20.33 Webb, 20.34 Tortu. “Viva Filippide the Best”, dice un lenzuolo sventolato dai compagni di classe, quelli della curva Tortu.
Le voci che lo davano da 20.1 in allenamento corrispondevano al vero. “Gli ultimi venti metri li ha fatti a remi”, sogghigna Salvino, padre, mentore, demiurgo, allenatore. Un TotoTortu lanciato tra suiveurs, voyeurs e inguaribili innamorati, aveva tracciato un’ipotesi tra 20.45 e 20.22: Filippo detto Pippo corre dentro questo alveo di previsioni, distrugge il record personale, 20.92, che risaliva all’adolescenza, diventa il quarto italiano di sempre dopo Pietro Mennea, Andrew Howe e Faustino Desalu (ora le posizioni sono mutate, con Desalu secondo con il 20.13 berlinese), strappa il minimo per i Mondiali di Londra e arriva a sei centesimi dal record italiano junior di Howe. Tutto sulla pista del suo idolo, del suo modello: Livio Berruti, elegante, senza ipertrofie. A seguire, una pizza in centro e una storta sulla scalinata di pazza di Spagna. Una parca maligna, non troppo crudele, avrebbe scritto Gianni Brera. Gli anni Sessanta di Livio, gli anni Ottanta di Pietro, il XXI secolo di Pippo, sempre sulla distanza più italiana che ci sia, sempre in quello stadio.
200 metri al Golden Gala: record del meeting 19.86 Walter Dix (2010)
1980 Pietro Mennea (Italia) 20.01 (0.0)
1982 James Butler (Usa) 20.68 (0.5)
1983 Pietro Mennea (Italia) 20.32 (0.8)
1984 James Butler (Usa) 20.31 (0.9)
1985 Calvin Smith (Usa) 20.54 (0.1)
1987 Calvin Smith (Usa) 20.22 (0.0)
1988 John Regis (Gran Bretagna) 20.76
1989 Robson Da Silva (Brasile) 20.24 (-0.7)
1991 Frank Fredericks (Namibia) 20.08 (0.2)
1992 Frank Fredericks (Namibia) 20.23 (1.2)
1993 Frank Fredericks (Namibia) 20.18 (0.4)
1994 Maurizio Checcucci (Italia) 21.17 (0.3)
1995 Frank Fredericks (Namibia) 20.42 (0.9)
1996 Frank Fredericks (Namibia) 19.96 (0.7)
1997 Frank Fredericks (Namibia) 20.24 (0.5)
1999 Michael Johnson (Usa) 19.93 (0.8)
2000 Maurice Greene (Usa) 20.02 (0.9)
2002 Frank Fredericks (Namibia) 19.99 (0.6)
2003 Bernard Williams (Usa) 20.01 (0.8)
2004 Stephan Buckland (Mauritius) 20.20 (-0.5)
2010 Walter Dix (Usa) 19.86 (0.5)
2011 Andrew Howe (Italia) 20.31 (1.1)
2014 Alonso Edward (Panama) 20.19 (0.9)
2015 Lykourgos-Stefanos Tsakonas (Grecia) 20.09 (0.8)
2016 Ameer Webb (Usa) 20.04 (0.6)
2017 Andre De Grasse (Canada) 20.01 (0.6)
IL PROGRAMMA - Al Golden Gala Pietro Mennea di Roma sono previste 14 discipline Diamond: per gli uomini 200, 800, 5000, 110hs, alto, triplo e peso, per le donne 100, 400, 1500, 400hs, asta, lungo e giavellotto. Nel programma di Roma anche altre due gare al maschile, i 400hs e i 3000 siepi.
BIGLIETTI: VENDITA ONLINE SU TICKETONE - È partita la corsa ai biglietti: possono essere acquistati nei punti vendita di Lis Ticket, Ticketing partner del meeting della Capitale, e sul sito della compagnia, all’indirizzo <link https: sport.ticketone.it event it golden-gala-pietro-mennea>sport.ticketone.it. Questi i prezzi (al netto dei diritti di prevendita): Monte Mario Arrivi: 30,00 Euro - Ridotto under 14: 15,00. Monte Mario Partenze: 20,00. Tribuna Tevere: 15,00. Curva Nord e Distinti Nord: 5,00 È attiva anche la biglietteria del Foro Italico, a Roma (tutte le promozioni a questo <link http: www.fidal.it content>LINK).
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