di Giorgio Cimbrico e Marco Buccellato
Il display della pedana del triplo aspetta di illuminare la misura del sensazionale cubano Pedro Pablo Pichardo. Con il freschissimo 18,08, e ancora prima col 18,06 di Doha e il 17,94 in apertura di stagione, l'argento di Mosca 2013 ha dimostrato di avere a portata di caviglie uno dei record più straordinari dell'atletica, il 18,29 di Jonathan Edwards. In prospettiva minore, è in serio pericolo il record del Golden Gala e quello sul suolo italiano, risalente ai mondiali del 1987. A rendere la vita difficile al caraibico arriva il campione mondiale indoor Lyukman Adams, l'ex-campione olimpico e mondiale e campione d'Europa indoor in carica Nelson Evora, la medaglia d'oro di Zurigo 2014 Benjamin Compaoré, il bronzo europeo Aleksey Fyodorov (17,42 pochi giorni fa) e altri due formidabili interpreti della scuola di Cuba, Ernesto Revé e Alexis Copello.
TRIPLA P - Secondo metrica moderna, buona per messaggi o altre comunicazioni fulminee e contratte, PPP al GG. Secondo vecchie e più estese cadenze, Pedro Pablo Pichardo al Golden Gala. Il Grillo Saltante di Cuba che a neppure 22 anni è andato due volte al di là del muro dei 18 metri e tre volte è finito negli immediati pressi. Jonathan Edwards come Sepp Blatter: trema per la fifa. Nel caso del britannico, con l’iniziale minuscola. Gli exploit di Pichardo, quindicesimo cubano oltre i 17,40, portano a una riflessione notturna che, a giorno fatto, assume contorni molto definiti e interessanti. Secondo il parere di una delle tante famigerate commissioni di valutazione sulle discipline olimpiche (una aveva proposto di cancellare la marcia, un’altra di permettere l’accesso a un solo tipo lotta) il triplo potrebbe essere un’altra vittima sacrificale. E’ evidente che chi fa parte di questi gruppi di lavoro (?) non ha grande dimestichezza con la storia che, in questo caso, è da scrivere con la maiuscola.
HOP, STEP...C'E' IL MONDO! - Il triplo non avrà le origini classiche della corsa e del disco, ma compare ai Giochi dalla rifondazione e, soprattutto, ha una caratteristica che lo rende unico: è mondiale, globale come usa dire oggi, ha offerto campioni, primatisti, abbattitori di barriere, medagliati, protagonisti da ogni continente, nessuno escluso, isole o isolette comprese. Lo sprint si è retto sulle imprese egli americani e dei caribici, il mezzofondo, con la progressiva scomparsa degli europei, è il feudo degli africani, il giavellotto è sempre stato una questione tra baltici e ceki. Il triplo ha porte ampie e aperte a tutti. Perché? Un amico, giovane ma già assai esperto di atletica e dotato di spirito, ha azzardato due ipotesi: in tutto il mondo c’è un ruscello da guadare a balzi (proprio a questo scopo gli antichi irlandesi avrebbero inventato la specialità) e, parimenti in tutto il mondo, con variazioni di nome, i bambini praticano quel gioco che in Italia chiamiamo “campana”. Ipotesi suggestive, perfette per accedere alla biblioteca viaggiante e rimbalzante dell’hop step jump. Il primo volume si apre con le imprese degli irlandesi (O’Connor, Leahy, Ahearne) che, in mancanza di un paese proprio, dovevano rassegnarsi a gareggiare per la Gran Bretagna, ma già tra il ’12 e il ’20 vengono rimpiazzati da svedesi e finlandesi. A Parigi ’24 Nick Winter (15,52, niente male più di novant’anni fa) offre materiale e titoli a sensazione per i giornali: il campione olimpico e primatista mondiale è australiano. Il Canguro che atterra più lontano viene dalla terra dei marsupiali che così vennero battezzati per un episodio di incomprensione. Quando James Cook prese terra, gli aborigeni lo accolsero amichevolmente. Sullo sfondo saltellavano dei canguri. “Domandate a questi uomini come si chiamano quei curiosi animali”, disse il capitano a uno dei suoi sottoposti. “Kangaroo, kangaoo; non capiamo un’acca di quel che dite”, risposero gli indigeni. “Hanno detto che si chiamano canguri, sir”.
SENZA CONFINI - Chiusa la piccola parentesi storica, se ne può aprire un’altra, quella dell’era dei giapponesi che con Oda, Nambu eTajima dominano tre edizioni dei Giochi e, con l’ultimo della triade, offrono l’approdo al continente dei 16 metri. Quei 16 spaccati e berlinesi terranno quattordici anni, sino a essere uguagliati e superati dal sublime Adhemar Ferreira da Silva, due volte campione olimpico, primo a spingersi otre i 16 e mezzo, fondatore della scuola brasiliana. Il triplo non ha più confini: una prova è fornita da chi Adhemar riesce a piegare di stretta misura a Melbourne: è Vihjalmur Einarsson, islandese che dona all’isola sospesa tra Europa e America la prima medaglia olimpica. Sono gli anni del sorgere della potenza sovietica e di un magistero tecnico che avrà riflessi importanti sulla scuola cubana, ma è un nasuto polacco dal nome tedesco, Joze Schmidt a catturare due titoli olimpici, a Roma e a Tokyo, e a varcare per primo e per tre centimetri, un ruscello largo 17 metri. La gara del 17 ottobre 1968 è una summa di tutte queste vicende: è la battaglia dei continenti, con l’Europa occidentale che prende la testa e il record (Beppe Gentile), con l’Urss che cattura entrambi (Viktor Saneyev), con il Brasile (Nelson Prudencio) che fa intravvedere per un attimo il ritorno del divino Adhemar, e con il georgiano (in realtà, abkazio) che porta via tutto all’ultima mano. E’ l’inizio di un dominio che porta Saneyev, conosciuto come l’agronomo di Sukhumi, vicino al poker di Al Oerter e di Carl Lewis. L’ultimo asso gli verrà sottratto da un estone in maglia CCCP, Jaak Uudmae. Nel frattempo, Cuba irrompe in scena con Pedro Perez Duenas che priva per un anno Saneyev del record. Il passo successivo è un’esplosione, l’avvicinamento violento ai 18 metri, ad opera di uno dei personaggi maledetti di questa storia: con il 17,89 sulla pedana messicana delle meraviglie, Joao Carlos de Oliveira polverizzò di quasi mezzo il record mondiale e cinque anni dopo, al Lenin si vide negare l’oro olimpico da un paio di bandierine rosse. Nulli da 18 metri, ma erano nulli? Coinvolto in un pauroso incidente e persa una gamba, Joao del salto, come lo chiamavano in Brasile, annegò nell’alcol e scomparve a 45 anni. Gli americani fanno capolino con Willie Banks, il primo a richiedere al pubblico che la rincorsa venisse scandita da applausi ritmati, non da un silenzio sacrale. Banks è anche il primo ad andare oltre i 18, con troppo vento di coda, proprio nel giorno in cui il 10”49 di Florence Griffith andò a libro con brezza nulla.
ANCHE IN DOMINICA - La globalità conosce un altro momento fondamentale quando Jonathan Edwards si spinge due volte, in piena legalità, oltre i 18. Quel giorno, all’Ullevi di Goteborg, alle spalle del britannico, finiscono Brian Wellman di Bermuda e JeromeRomain dela piccolissima Dominica da non confondere, come fece qualcuno, con la Repubblica Dominicana. Due cubani, Quesada eGarcia, e il giamaicano Beckford completarono lo Slam delle isole. A questa epopea l’Italia ha partecipato con Beppe Gentile, romano di radici sicule, con il bresciano Dario Badinelli, con Fabrizio Donato, pontino di nascita, frusinate per vita e residenza, con il comacino di Rovellasca Fabrizio Schembri, con l’apulo Daniele Greco. Anche da noi, il triplo è senza confini.
I 7 uomini e i 17 salti ventosi e no, oltre i 18 metri
18,43w (+2,4) Jonathan Edwards Gbr Villeneuve d’Ascq 25/6/1995
18,39w (+3,7) Edwards Villeneuve d’Ascq 25/6/1995
18,29 WR (+1,3) Edwards Goteborg 7/8/1995
18,20w (+5,2) Willie Banks Usa Indianapolis 16/7/1988
18,17w (+2,1) Mike Conley Usa Barcellona 3/8/1992
18,16 WR (+1,3) Edwards Goteborg 7/8/1995
18,09 (- 0,4) Kenny Harrison Atlanta 27/71996
18,08w (+2,5) Edwards Sheffield 23/7/1995
18,08 (+ 0,0) Pedro Pablo Pichardo Cub Avana 28/5/2015
18,06w (+4,9) Banks Indianapolis 16/7/1988
18,06 (+ 0,8) Pichardo Doha 15/5/2015
18,04 (+ 0,3) Teddy Tamgho Fra Mosca 18/8/2013
18,04 (+ 0,8) Christian Taylor Usa Doha 15/572015
18,03w (+2,9) Edwards Gateshead 2/7/1995
18,01w (+ 3,7) Harrison Atlanta 15/6/1996
18,01 (+ 0,4) Edwards Oslo 9/7/1998
18,00 (+1,3) Edwards Londra 27/8/1995
ROMA CORRE AL GOLDEN GALA CON RUNFEST - Il Golden Gala Pietro Mennea quest'anno comincia di corsa. L'appuntamento con il meeting internazionale di atletica è per giovedì 4 giugno allo Stadio Olimpico di Roma, ma già da martedì 2 nel vicinoStadio dei Marmi scatterà la RunFest. Sarà una vera e propria festa dell’atletica e della <link http: www.runcard.com>Runcard con un fitto programma di iniziative focalizzate sull’universo del running e declinate anche attraverso il Trail, il Nordic Walking e il Fit Walking. Spazio all’approfondimento con interessanti seminari dedicati all’alimentazione, ai corretti stili di vita e all’impiantistica. Una tre giorni per tutti e per tutte le età con la possibilità - tra corse, salti e lanci - di sperimentare in prima persona alcune specialità dell'atletica. Non mancheranno simpatici momenti di intrattenimento pensati anche per i più piccoli, oltre alla possibilità di poter assistere da una prospettiva assolutamente privilegiata agli allenamenti dei big del Golden Gala. E poi i runners potranno mettersi alla prova con l’Alba Race e il Giro dei Ponti in notturna (3 giugno) preceduti da uno speciale Trail ambientato su Monte Mario (2 giugno). Per chi possiede già la Runcard sono previsti sconti speciali per i biglietti del Golden Gala. Per usufruire dei prezzi speciali occorre presentare la Runcard al botteghino il giorno dell’evento sino ad esaurimento dei biglietti in promozione. Il programma dettagliato della tre giorni è consultabile al seguente LINK: <link http: www.fidal.it upload files runfest2015_programma.pdf>PROGRAMMA E ORARI
BIGLIETTI – Continua la corsa ai biglietti per il Golden Gala Pietro Mennea - in programma il prossimo 4 giugno allo Stadio Olimpico di Roma - che possono essere acquistati nei punti vendita di TicketOne, Ticketing partner del meeting della Capitale, e sul sito della compagnia, all’indirizzo <link http: www.ticketone.it>www.ticketone.it (nella sezione sport, o cercando Golden Gala nel motore di ricerca interno al sito). Questi i prezzi dell’edizione 2015 (al netto dei diritti di prevendita): Monte Mario Arrivi: 30,00 Euro; Monte Mario Partenze: 20,00; Tribuna Tevere, Distinti Arrivi: 15,00; Curve e Distinti (esclusi i Distinti Arrivi): 5,00. In più, è attiva anche la biglietteria del Foro Italico, a Roma (viale delle Olimpiadi 61, ex Ostello: apertura dal lunedì al venerdì, 10:00-13:00, 14:00-17:00).
PER LE FAMIGLIE - Ingresso gratuito al Golden Gala per i ragazzi fino ai 14 anni accompagnati da un genitore pagante. Il giorno del meeting per i bambini dai 2 agli 8 anni sarà a disposizione il servizio kindergarten nel settore Monte Mario Partenze.
TV - Il Golden Gala Pietro Mennea sarà trasmesso in diretta dalle 20 alle 21 su RaiSport 1 e dalle 21 alle 22:30 su Rai 3.
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